PATOLOGIA COLON-RETTALE

TUMORI DEL COLON-RETTO

Questo tumore, molto frequente, rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell’uomo, insorge nel grosso intestino, ovvero nel colon e nel retto. Il tumore si sviluppa più spesso nel colon (circa il 70% dei casi) e meno frequentemente nel retto (30%).

È un tumore che si può prevenire o guarire se diagnosticato precocemente. Nella gran parte dei casi infatti il tumore si determina attraverso la formazione iniziale dei cosiddetti polipi adenomatosi, lesioni dovute a una proliferazione cellulare alterata ma inizialmente benigne e solo nel tempo capaci di evolvere in cancro.

La probabilità dell’adenoma di evolvere verso un cancro, dipende dal tempo che ha avuto per crescere e trasformarsi (displasia) e quindi anche dalla dimensione: minima per polipi di dimensioni inferiori a 1 cm, modesta per dimensioni 1-2,5 cm, mentre diviene significativamente elevata per dimensioni maggiori di 2,5 cm.

L’eziologia è un processo di alterazione/mutazione genetica delle cellule della mucosa e i fattori che scatenano o favoriscono queste alterazioni costituiscono la patogenesi.

Tra questi: dieta povera di fibre e ricca di grassi soprattutto animali, età > 50 anni, obesità e scarsa attività fisica,  abuso di alcol e tabagismo, cancro del colon ereditario (HNPCC) o sindrome di Linch I e II, poliposi intestinali, in particolare la poliposi adenomatosa familiare (FAP), che sono su base ereditaria, malattie infiammatorie croniche del grosso intestino in particolare la rettocolite ulcerosa, irradiazione pelvica e anamnesi familiare o personale positiva per polipi o per cancro del colon.

PREVENZIONE

Evitare tutti i fattori di rischio alimentari e migliorare lo di stile di vita costituiscono la prevenzione primaria alla patologia.

Per la popolazione senza fattori di rischio e asintomatici può essere sufficiente la ricerca del sangue occulto nelle feci annualmente dopo i 40 anni di età che individua il 25% dei cancri del colon-retto.

La colonscopia invece è raccomandata dopo i 50 anni e se negativa va ripetuta a 5-10 anni (sempre in assenza di sintomi). La colonscopia è infatti in grado di individuare il 75% dei tumori del colon-retto.

SINTOMI

La sintomatologia del tumore del colon-retto include perdita di sangue dal retto o sangue sulla carta igienica dopo evacuazione, diarrea protratta nel tempo, modifiche nella consistenza e nella forma delle feci, tenesmo (stimolo inappropriato all’evacuazione) e dolore addominale ma anche stanchezza, mancanza di appetito, l’anemia e la perdita di peso.

DIAGNOSI

Per effettuare la diagnosi ci si avvale dell’esame clinico, ossia la palpazione addominale alla ricerca di masse sospette e di linfonodi e l’esplorazione rettale che da sola è in grado di diagnosticare il 70 per cento dei tumori del retto.

All’esame clinico seguiranno alcune indagini strumentali (colonscopia con biopsia, ecografia e TAC addominale, risonanza magnetica nucleare, PET) che permetteranno sia la diagnosi che la stadiazione della neoplasia.

L’ecografia transanale con sonda rotante costituisce attualmente l’esame più preciso per la stadiazione locale del tumore del retto.

TRATTAMENTO

Il trattamento del cancro colorettale dipende dalla sede e dallo stadio della malattia.

Nello specifico, le lesioni precoci e localizzate possono essere rimosse in fase di colonscopia, senza ulteriori cure; nel caso di  neoplasia rettale in stadio iniziale non asportabile in sede di colonscopia si procede con la TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery), tecnica di elezione per i tumori del  retto; infine per i tumori invasivi è necessaria la rimozione di  tratti dell’intestino sede della neoplasia  con margini sani attigui alla massa, oltre che dei linfonodi loco-regionali. Tali interventi potranno essere eseguiti sia con tecnica laparoscopia mini invasiva e sia con tecnica open.