PATOLOGIA RETTALE

PROLASSO RETTALE

Il prolasso rettale è la protrusione del retto con tutti gli strati della sua parete al di fuori dell’ano (prolasso completo) o all’interno di se stesso (intussuscezione retto-rettale o retto-anale). Il prolasso rettale è detto mucoso quando è a carico solo dello strato più interno della parete del retto.

Colpisce in modo particolare le persone anziane, maggiormente le donne, soprattutto pluripare.

CAUSE DEL PROLASSO

Le cause del prolasso sono:

  • Stipsi (sforzi evacuatori lunghi e intensi)
  • Conseguenza tardiva del parto (per debolezza delle strutture di sostegno)
  • Processo di invecchiamento dei legamenti di sostegno
  • Malfunzionamento della muscolatura del pavimento pelvico
  • Malattie neurologiche (lesioni del midollo spinale, neuropatie, miopatie)

SINTOMI

I sintomi del prolasso sono:

  • Comparsa di tessuto che sporge dal retto
  • Difficoltà alla emissione delle feci
  • Sensazione di incompleta evacuazione
  • Prolungato ponzamento (spinta evacuatoria), fino alla necessità di eseguire manovre di svuotamento manuale per consentire l’evacuazione
  • Senso di peso anale e perineale che tende ad accentuarsi con la stazione eretta e dopo l’evacuazione
  • Prurito
  • Dolore addominale e sacrale
  • Sanguinamento durante l’evacuazione, perdita di muco, ano umido
  • Difficoltà a trattenere i gas e le feci, con vera e propria incontinenza (28-88% dei casi)
  • Stipsi nel 15-65% dei pazienti
  • Lesione nervosa secondaria da stiramento cronico (neuropatia del pudendo) con associazione di un perineo discendente

DIAGNOSI

La diagnosi è soprattutto clinico-anamnestica , ma va confermata da esami strumentali, quali: esame anorettale completo, defecografia, defeco-RM, manometria anorettale ed ecografia transanale.

TERAPIA

Il trattamento del prolasso rettale interno o intussuscezione rettale è prima di tutto conservativo. Il paziente deve favorire la propria evacuazione con una dieta idonea, non deve rimanere a lungo seduto sulla tazza e deve evitare spinte eccessive. E’ stata dimostrata l’utilità di cicli di riabilitazione del pavimento pelvico (biofeedback) per prendere coscienza della propria muscolatura perineale e reimparare a riconoscere i reali stimoli defecatori ed a coordinare i movimenti per una corretta defecazione.

Il trattamento del prolasso rettale completo è essenzialmente chirurgico. La scelta della metodica più appropriata è fatta dal chirurgo, in base alla caratteristiche del paziente (età, sesso, sintomi ecc.) e al tipo di prolasso rettale. Gli interventi possono essere effettuati per via transanale o per via addominale.

Le tecniche per via transanale comprendono la proctopessi secondo Délorme (che viene eseguita quando il retto fuoriesce dall’ano solo per pochi centimetri e nei soggetti anziani) e la rettosigmoidectomia secondo Altemeier (che prevede l’asportazione dell’intero tratto retto-sigma attraverso la via transanale).

Tra le tecniche per via addominale che fissano il retto a promontorio sacrale, ricordiamo l’intervento di Orr.Loygue che utilizza sempre una protesi e l’intervento di Frykman-Goldberg che prevede anche la resezione del tratto rettosigmoideo prolassato. Entrambi gli interventi vengono attualmente eseguiti in laparoscopia.

La frequente concomitanza di prolassi, sia dell’utero e della vescica fa propendere per una diagnostica ed un trattamento combinato delle patologie fatto in collaborazione stretta tra il colonproctologo, l’urologo ed il ginecologo.